Nove giorni prima di compiere sessantacinque anni (era nato a Terracina, in provincia di Latina, venerdì 30 dicembre 1960) è morto a Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari, domenica 21 dicembre 2025 Stefano Vavoli, terzo portiere del Genoa, che difese la porta rossoblù per tre giornate consecutive nel maggio del 1980, quando non aveva ancora vent’anni.
Domenica 23 marzo 1980, al termine dell’incontro vinto 1-0 in casa dagli uomini di Giovanni «Gianni» Di Marzio con il Como, venne arrestato con l’accusa, poi dichiarata insussistente nel dispositivo della sentenza processuale di mercoledì 11 giugno 1980, di essere coinvolto nel «calcioscommesse» Sergio Girardi, che era il portiere titolare del Genoa dal Campionato di Serie B 1974/1975. Venne così promosso a n. 1 Enrico Cavalieri e Vavoli divenne il n. 12.
Domenica 4 maggio 1980 il Genoa venne sconfitto a Vicenza con due reti, al 39’ e al 44’ della ripresa, di Paolo Rosi, la seconda delle quali su calcio di rigore decretato dal signor Luigi Altobelli di Roma a seguito di un contatto lieve tra il difensore rossoblù Paolo De Giovanni e il centrocampista biancorosso
– nato in Belgio – Ezio Galasso. Cavalieri, dopo non essere riuscito a intercettare la «massima punizione», «perse la testa», correndo a porgere ironicamente il pallone all’arbitro con l’accompagnamento di un applauso, gesti che gli costarono una squalifica di quattro – poi ridotte a tre – giornate di squalifica. La situazione era a quel punto sportivamente drammatica per il Genoa, che non
sapeva nemmeno se sarebbe bastato salvarsi sul campo per evitare di giocare in Serie C1 nella successiva stagione agonistica, visto che doveva superare il processo per la presunta «combine» nell’incontro pareggiato 1-1 in casa con il Palermo domenica 13 gennaio 1980, in cui, secondo la tesi
dell’accusa, sarebbe stato coinvolto Girardi, perché, «al netto» delle problematiche giudiziarie, la «parte destra» della classifica recitava a cinque giornate dal termine (con dieci punti ancora da assegnare, visto
che la vittoria portava all’epoca due punti) Atalanta, Palermo e Genoa 32 punti, Sambenedettese 31 punti, Pisa e Taranto 30 punti, Ternana 29 punti, Parma 24 punti e Matera 23 punti, sarebbero retrocesse le ultime quattro classificate e bisognava affrontare, schierando il terzo portiere, ancora «teen-ager», il
Taranto in trasferta, il Parma in casa, il Palermo in trasferta, il Pisa in casa e il Lecce in trasferta (l’unica partita in cui si aveva la certezza di poter utilizzare Cavalieri, che poi, in virtù della riduzione della squalifica, sarebbe stato schierato anche la domenica precedente contro i neroazzurri toscani nel giorno
del commiato dal pubblico di casa).
Vavoli, che non era potuto entrare sette giorni al “Romeo Menti” di Vicenza nei secondi finali (in porta andò il centrocampista Maurizio Giovannelli), perché, in quello che fu l’ultimo campionato con un’unica sostituzione dell’«uomo di movimento», Giancarlo Corradini aveva preso in precedenza il posto dell’infortunato Claudio Onofri, fece così il suo esordio a Taranto domenica 11 maggio 1980, venendo battuto prima da un calcio di rigore di Antonio D’Angelo al 28’ del primo tempo e poi da un colpo di testa di Alessandro Turini al 28’ della ripresa, con cui i pugliesi si riportarono in vantaggio dopo il momentaneo pareggio di Francesco «Franco» Boito di dieci minuti prima e quello definitivo di Tiziano «il Principe» Manfrin su calcio di rigore a due minuti dalla fine.
Sette giorni dopo l’esordio assoluto, il giovane portiere fece quello al “Luigi Ferraris”, in cui offrì la sua migliore prestazione, effettuando tre grandi interventi (nel primo tempo al 5’ su gran tiro di Mario Scarpa e al 16’, dopo che la sua squadra era passata sette minuti prima in vantaggio con Sebastiano
«Sebino» Nela (ex Poddi), con una spericolata «uscita bassa» sui piedi di Walter Casaroli, giunto «a tu per tu» con lui, e nella ripresa, al 37’ della ripresa su «fucilata» di Marco Torresani), forse «pagando pedaggio» alla sua inesperienza in occasione del momentaneo pareggio dei Ducali, al 24’ della ripresa,
arrivato con un colpo di testa di Casaroli, su calcio d’angolo battuto dalla destra da Scarpa, durante la cui esecuzione era stato disturbato dall’esperto ex attaccante rossoblù Fabio Bonci jr., prima che due «bordate» da circa venticinque metri di Roberto «Roby» Russo – di sinistro al 29’ e di destro al 41’ –,
quel giorno arretrato da centravanti a mezzala, dessero l’undicesima e ultima vittoria al Genoa in quel campionato e condannassero «matematicamente» alla retrocessione con tre giornate di anticipo gli ospiti (le altre tre squadre «precipitate» in Serie C1 sarebbero state il Matera, la Ternana e la Sambenedettese, rispettivamente classificatesi ventesimo, diciottesima e diciassettesima).
La terza e ultima partita a difesa della porta del Genoa venne disputata da Vavoli domenica 25 maggio 1980 a Palermo e si concluse – come quella di quattordici giorni prima a Taranto – 2-2, con una «doppietta»: rossoblù di Boito al 28’ del primo tempo e al 15’ della ripresa inframmezzata dalle due reti
rosanero di Giampaolo «il brasiliano» Montesano al 41’ del primo tempo con un «pallonetto» di sinistro e di Gaetano Montenegro al 10’ del secondo con un colpo di testa.
Dal campionato successivo Vavoli incominciò a giocare in varie squadre di Serie C2 e Interregionale
(tornò nell’estate del 1982 in Liguria, a Chiavari, per difendere per una stagione agonistica la porta dell’Entella Bacezza), finché nel 1986 venne chiamato dal forte Hellas Verona (campione d’Italia nel 1984/1985) di Osvaldo «lo Schopenhauer della Bovisa» Bagnoli per fare la riserva di Giuliano Giuliani,
avendo così la possibilità di esordire nel massimo campionato nella partita pareggiata dagli scaligeri 2-2 a Udine domenica 12 ottobre 1986 e di giocare anche sette giorni dopo nella giornata successiva l’incontro, conclusosi con lo stesso risultato, con l’Avellino al “Marc’Antonio Bentegodi” di Verona, per poi riprendere la carriera tra quarta e quinta serie del calcio italiano dalla successiva stagione agonistica con l’unica eccezione nel 1991/1992 di un’esperienza in Serie C1 nella compagine Campania Puteolana, a cui fecero seguito quelle in formazioni minori della Sardegna, sua «terra di elezione».
Alla famiglia Vavoli vadano le più sentite condoglianze della Fondazione Genoa 1893.
Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico della Fondazione Genoa 1893)




