A Sestri Levante sabato 13 dicembre 2025, a due giorni dal compimento degli ottantasei anni (era nato venerdì 15 dicembre 1939 nella medesima cittadina del Tigullio), è deceduto Bruno Baveni, che, dopo l’esordio in Serie A a Bergamo nella partita persa 1-2 contro l’Atalanta domenica 17 aprile 1960 (in cui il Genoa avrebbe tentato di «addomesticare» grazie all’ex calciatore Gino «Capeo» Cappello IV il terzino destro orobico Giovanni «Nello» Cattozzo, ragion per cui venne penalizzato nel successivo campionato «cadetto» di dieci – poi ridotti a sette – punti), sua unica presenza in quella stagione agonistica, avrebbe disputato come titolare con compiti di centrocampista tre campionati di Serie B e altrettanti di Serie A, con ottantasei presenze e cinque reti nella categoria più bassa delle due e ottantuno presenze (più quella già ricordata) e otto reti nella massima serie, oltre a sette presenze in Coppa Italia e due, tra cui quella nella Finalissima di venerdì 29 giugno in cui i rossoblù ebbero la meglio al “Luigi Ferraris” per 1-0 sul Grenoble, nella vittoriosa Coppa delle Alpi 1962 senza reti realizzate in entrambe le competizioni. Prima di concludere la carriera con quattro campionati in Serie C (il primo nel Savona e i successivi nel Trento) e uno in Serie D nella squadra del Sestri Levante in cui aveva giocato da «teen-ager», Baveni aveva militato, senza realizzare alcuna rete, per tre stagioni agonistiche nel fortissimo Milan, in cui nella stagione 1966/1967 disputò sei partite in campionato, due – tra cui la Finalissima vinta per 1-0 allo Stadio “Olimpico” di Roma contro il sorprendente Padova – squadra di Serie B – in Coppa Italia, cinque in Coppa delle Alpi e una in Mitropa Cup, e in quella a967/1968 quattro nel vittorioso Campionato, due in Coppa Italia e una – l’andata, pareggiata in trasferta per 1-1 contro lo Standard Liegi nei Quarti di Finale, in cui riportò una gravissima frattura del perone della gamba destra, in conseguenza della quale non giocò mai nella successiva stagione agonistica, per una dura entrata del lussemburghese Louis Pilot – della Coppa delle Coppe.
Baveni era un centrocampista – e, all’occorrenza, un libero – dal fisico aitante (183 cm. x 78 kg., dati assolutamente normali nel calcio attuale, ma davvero rilevanti una sessantina d’anni fa) che sapeva rendersi utile nell’interdizione quando il possesso del pallone era degli avversari, ma era anche capace di inserirsi nelle azioni offensive, come dimostrato dalle tredici reti in campionato che in questo articolo verranno ripercorse.
La sua prima rete in assoluto da lui segnata – al 41’ del primo tempo – fu quella d’apertura nel 3-1 casalingo al Simmenthal Monza di domenica 7 maggio 1961 con un preciso diagonale – il portiere dei brianzoli, Vincenzo Rigamonti, riuscì solamente a sfiorare il pallone – al termine di una «triangolazione» con Franco Marmiroli.
Nel successivo trionfale campionato «cadetto» concluso dal Genoa con un vantaggio di undici punti – con i tre punti a vittoria sarebbero stati diciotto – sul Napoli classificatosi secondo, Baveni segnò di nuovo una rete, quella che, alla trentottesima e ultima giornata, domenica 3 giugno 1962 sbloccò al 28’ del primo tempo il risultato nell’incontro vinto per 2-0 dal Genoa in casa della Lucchese Libertas: azione di contropiede conclusa con un tiro dal basso in alto sull’uscita del portiere Piero Persico.
Mercoledì 1° novembre 1963 Baveni segnò la sua prima rete in Serie A – quella del momentaneo pareggio nell’incontro perso in casa 1-3 con l’Internazionale, quando al 23’ del primo tempo, batté, al termine di una bella «triangolazione» con Massimo «Max» Giacomini, con un diagonale di sinistro Giovanni Ferretti. Nel successivo incontro «tra le mura amiche» segnò al 39’ del primo tempo domenica 18 novembre 1962 con una «bordata» da una ventina di metri la rete centrale nella «cinquina» a zero rifilata al Palermo. Domenica 3 marzo 1963 riportò in vantaggio il Genoa nell’incontro vinto in casa con il Catania per 4-1, quando, al 29’ del primo tempo, raccogliendo una respinta della difesa etnea, mandò il pallone in un angolino alto della porta con un tiro da oltre venti metri.
La migliore stagione agonistica nella militanza rossoblù di Baveni fu senza dubbio quella successiva: cinque reti nel Genoa classificatosi ottavo «ex aequo», ma con migliore differenza-reti (parametro all’epoca non preso in considerazione), con Lazio, Catania e Atalanta. Al 46’ del primo tempo con un tocco con il ventre del pallone proveniente da un calcio di punizione dalla destra battuto da Gastone «Nordahlino» Bean che non era non intercettato in tuffo dal portiere dei peloritani, Mario Rossi, sbloccò, ponendo fine a 534 minuti di «sterilità» offensiva del Genoa, il risultato nel 3-0 ottenuto in casa contro il Messina domenica 29 dicembre 1963. La quarta rete consecutiva a una formazione siciliana arrivò con un «goal alla Mortensen» (tiro dalla destra a pochi centimetri dal fondo, su lancio di Bean, che mandò il pallone nell’angolino alto destro della porta etnea) domenica 2 febbraio 1964 al “Cibali” di Catania, al 39’ del primo tempo, quando i rossoazzurri, che poi si sarebbero imposti per 5-3, stavano conducendo l’incontro per 4-1. Quattordici giorni dopo al “Luigi Ferraris” Baveni sbloccò dopo otto minuti di gioco il risultato nel 4-1 inflitto alla Lazio con un rasoterra di destro dal limite dell’area di rigore nell’angolino basso destro, su servizio di Luigi «Luigino» Meroni II, che aveva «dribblato» tre avversari sula sinistra. Domenica 29 marzo 1964 Baveni, sfruttando due passaggi di Meroni II, segnò a Bergamo la sua unica «doppietta» nel 3-1 per gli ospiti, realizzando la rete iniziale (dopo venticinque secondi con un rasoterra dal limite dell’area di rigore, con il pallone che entrò in porta, passando sotto il ventre del portiere orobico Zaccaria Cometti) e quella finale dell’incontro («rigore in movimento» su azione di contropiede – curiosamente quella che fu la sua decima rete con il Genoa era stata la prima a essere realizzata nella ripresa –).
Dopo non essere riuscito a realizzare reti nel Campionato 1964/1965, conclusosi con la retrocessione in Serie B, Baveni ritrovò la «via del goal» nel successivo campionato «cadetto», l’ultimo dei suoi sette con la maglia del Genoa. La prima delle tre reti – tutte segnate al “Luigi Ferraris” – fu quella che con un tocco di interno destro da distanza ravvicinata mandò il pallone in porta su traversone rasoterra dalla sinistra di Gianfranco «Cavallo Pazzo» Zigoni sr. domenica 7 novembre 1965 al 35’ del primo tempo, sbloccando il risultato nella partita vinta per 3-1 con la Reggina. Furono da lui segnate la rete nell’incontro vinto 1-0 con il Pisa domenica 22 maggio 1966 con un angolato tiro al volo dal limite dell’area di rigore, su passaggio dalla sinistra di Zigoni sr., al 35’ del primo tempo, e nella partita pareggiata 1-1 contro la Pro Patria domenica 5 giugno 1966, che, al 28’ della ripresa, diede il provvisorio vantaggio ai padroni di casa con un angolato tiro di sinistro al volo, susseguente a uno «stop» di petto su passaggio dalla sinistra di Eugenio Brambilla.
Alla famiglia Baveni vadano le più sentite condoglianze della Fondazione Genoa 1893.
Stefano Massa (membro del Comitato Storico Scientifico della Fondazione Genoa 1893)




