In considerazione del fatto che quello era un calcio senza sostituzioni (nel 1965/1966 venne introdotta quella del portiere) e, quindi, le presenze non si sommavano anche con brevi «spezzoni» di gara, l’obbiettivo del Milan di «far fare le ossa» al calciatore non venne raggiunto, visto che nelle precedenti due stagioni agonistiche, Bacchetta aveva disputato con la compagine meneghina quattordici incontri ufficiali (dieci, di Serie A, due di Coppa Italia, uno di Coppa dei Campioni, vinto a “San Siro” giovedì 13 febbraio 1964 per 2-0 contro il Real Madrid, qualificatosi alle Semifinali in virtù del 4-1 ottenuto nell’incontro d’andata, in cui giocò la «partita della vita», controllando il fuoriclasse magiaro naturalizzato spagnolo Ferenc «Öcsi» Puskás – già Purcfeld – e sfiorando in tre occasioni la segnatura, e uno di Coppa delle Fiere).
Per fare il suo esordio con la maglia «a quarti» rossoblù Bacchetta dovette attendere l’undicesima giornata, quando domenica 14 novembre 1965 venne schierato allo Stadio “Pier Luigi Penzo” di Venezia. Se nella partita pareggiata «a reti bianche» in casa della compagine lagunare Bacchetta, che aveva marcato il «fantasista» dei neroverdi, Ferruccio «Mazzolino» Mazzola II jr., aveva destato un’ottima impressione, nell’incontro casalingo di sette giorni con il Modena, vinto per 1-0, la sua prestazione, che in quell’occasione richiedeva, oltre al compito, non svolto bene, di «oscurare» il «faro» del gioco degli avversari, l’argentino Rubén Merighi, un apporto più «propositivo» al reparto di centrocampo, non fu soddisfacente per la lentezza nell’impostazione delle azioni offensive e l’imprecisione di parecchi passaggi, sicché l’allenatore Luigi «Cina» Bonizzoni e il direttore tecnico Giuseppe «Gipo» Viani II non lo schierarono nelle successive due partite. Dopo una domenica di sosta del campionato «cadetto», domenica 19 dicembre 1967 venne riproposto, nel ruolo di «libero», nell’incontro pareggiato per 1-1 all’“Arena Garibaldi” di Pisa con i neroazzurri locali. A Busto Arsizio, domenica 2 gennaio 1966, Bacchetta, che, riportato a centrocampo con il compito di marcare l’estroso Piergiorgio Sartore, mostrò le stesse carenze evidenziate nella partita contro i «canarini» emiliani, conobbe l’unica sconfitta nelle sue sei presenze con il Genoa, che quel giorno venne battuto 0-1 dalla Pro Patria et Libertate, retrocessa a fine campionato e da quel momento non più tornata in Serie B. Dopo essere sceso in campo in quattro occasioni nell’arco di sette partite, Bacchetta disputò nelle ultime ventuno giornate due partite – consecutive – nel marzo 1966: giocando da «libero» domenica 20 nella bella vittoria, festeggiata da circa quattromila tifosi rossoblù al seguito, per 4-1 a Monza e sette giorni dopo sostituendo a centrocampo Franco «il Tigre di Ronco» Rivara, che si era prodotto una distorsione al ginocchio destro nel precedente incontro, nel pareggio casalingo per 1-1 contro l’Hellas Verona, in cui non riuscì a fronteggiare adeguatamente Sandro Joan, che, in posizione di possibile fuorigioco, sfuggì al suo controllo in occasione della rete da lui segnata su calcio di punizione che si era conquistato per un falllo commesso dal suo marcatore ed era stato battuto da Lucio Dell’Angelo.
Tornato al Milan, nella stagione agonistica 1966/1967 venne impiegato solamente in un incontro di Mitropa Cup, dopodiché passò al Perugia, con cui disputò quattro campionati – gli ultimi tre da titolare – di Serie B per poi decidere di fare ritorno alla squadra della cittadina natale, che nei colori sociali rossoneri ricordava il momento più alto della sua carriera e con la quale disputò sette campionati (cinque di Serie D e il secondo e l’ultimo di Serie C).
Alla famiglia Bacchetta vadano le più sentite condoglianze della Fondazione Genoa 1893.
Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico della Fondazione Genoa 1893)



