Addio a Sidio «il Best rossoblù» Corradi, attaccante del Genoa per sei stagioni agonistiche negli anni Settanta - Fondazione Genoa 1893

Addio a Sidio «il Best rossoblù» Corradi, attaccante del Genoa per sei stagioni agonistiche negli anni Settanta

Addio a Sidio «il Best rossoblù» Corradi, attaccante del Genoa per sei stagioni agonistiche negli anni Settanta

Trentasette giorni dopo il portiere Giuseppe «Bibi» Spalazzi, con cui aveva condiviso gli esordi nel calcio professionistico tra le fila del fortissimo Bologna della metà degli anni Sessanta, è deceduto sabato 23 agosto 2025 a Porto Ercole, frazione del comune sparso di Monte Argentario, nel Grossetano, dove era nato martedì 7 novembre 1944, all’età di ottant’anni, Sidio «il Best rossoblù» Corradi, che, a differenza dell’estremo difensore non solo ebbe il piacere di giocare con lo Scudetto sulla maglia (nelle due partite contro la Sampdoria, persa 0-1 in casa domenica 11 ottobre 1964 e pareggiata in trasferta 0-0 domenica 21 febbraio 1965), ma anche nel Campionato precedente di esordire in Serie A nell’incontro pareggiato «a reti bianche» a Firenze con i viola domenica 16 febbraio 1964, e, quindi, di aver titolo di figurare tra i campioni d’Italia.

Dopo quel felicissimo periodo iniziale della sua carriera Corradi era passato, restando in Serie A, al LaneRossi Vicenza, che lo aveva schierato solamente nella partita casalinga pareggiata 2-2 contro la Juventus domenica 20 febbraio 1966, dopodiché era sceso di due categorie, finendo al Cesena, tra le cui fila aveva militato per tre stagioni agonistiche, segnando in ciascun campionato – i primi due di Serie C e l’ultimo di Serie B – nove reti (in quello «cadetto», anche favorito da un’ancòra non palesatasi epatite virale del suo marcatore, Franco «il Facchetti di Voltri» Ferrari, si era messo in luce domenica 23 marzo 1969 con una «doppietta» nel successo romagnolo per 2-1 in casa del Genoa). Dopo il triennio a Cesena, Corradi aveva militato per un anno nel Varese, contribuendo con una rete (la prima delle quarantuno della squadra vincitrice del Campionato «cadetto», nel 2-0 casalingo all’esordio contro il Livorno domenica 14 settembre 1969) in ventuno presenze a quella che è stata l’ultima promozione del sodalizio lombardo in Serie A. Pochi giorni dopo il termine di quel campionato, a parziale conguaglio di Riccardo «Duccio» Mascheroni III jr., Corradi passò al Genoa, che era retrocesso, essendosi classificato al ventesimo e ultimo posto in quel Campionato di Serie B.

Ovviamente Corradi, che aveva sperato di giocare finalmente un congruo numero di partite nel massimo campionato, non fu entusiasta del trasferimento, non sapendo che da quel momento in avanti la sua vita si sarebbe legata – prima come giocatore, beniamino dei tifosi, e poi come allenatore e punto di riferimento del settore giovanile – al sodalizio rossoblù. Visto che Mascheroni III jr. non giocò alcuna partita nel campionato 1970/1971, facendo il suo esordio domenica 24 ottobre 1971 nell’incontro pareggiato in casa dal Varese con il Torino per 2-2, e Corradi, dopo l’esordio nell’1-1 casalingo alla III giornata con l’Imola di domenica 27 settembre 1970, venne schierato un paio di volte nelle successive venti partite, non mancarono le battute ironiche dei tifosi delle due squadre su uno scambio tra due calciatori  «rotti». Ristabilitosi dai problemi fisici che ne hanno travagliato e limitato la carriera, Corradi venne schierato in undici delle ultime quindici partite, in cui fornì il suo contributo all’immediato ritorno in Serie B del Genoa, segnando al “Luigi Ferraris” la rete dell’1-0 all’Anconitana domenica 25 aprile 1971 e quelle al Prato nel 2-1 di domenica 23 maggio 1971.

Nella stagione agonistica successiva Corradi si mise subito in luce domenica 12 settembre 1971 con una splendida rete di testa su traversone di Giorgio «Franco» Bittolo nella partita casalinga di Coppa Italia contro la Juventus, regalando ai tifosi rossoblù venti minuti di speranza in una prestigiosa e clamorosa vittoria prima che a una decina di minuti dalla fine Fabio Capello fissasse il risultato sul 2-2. In Campionato segnò la prima rete alla XIII giornata, quella della vittoria casalinga contro il Modena di domenica 19 dicembre 1971, ma in precedenza era stato schierato solo in cinque incontri. Nei successivi venticinque incontri non entrò in campo solamente quattro volte e fece vedere di essere un calciatore assolutamente affidabile, andando a segno in altre otto occasioni (rete dell’ex per il definitivo 2-2 a Cesena domenica 13 febbraio 1972 e sette giorni dopo del vantaggio rossoblù al “Luigi Ferraris” nell’1-1 contro il Como, segnatura intermedia nel 3-0 casalingo al Palermo di domenica 26 marzo 1972 e nella domenica di Pasqua, sette giorni dopo, seconda rete rossoblù al “San Paolo” di Napoli nel 2-1 al Sorrento, «rete della bandiera» nell’1-2 a Foggia domenica 30 aprile 1972 e reti dei definitivi 1-1 a Modena e a Taranto nelle domeniche 7 e 28 maggio 1972 e d’apertura, dopo soli due minuti di gioco, nel 2-1 casalingo al Livorno di domenica 7 giugno 1972).

La stagione agonistica migliore di Corradi fu quella 1972/1973, che per il Genoa si aprì e si chiuse con una sua rete al Lecco: la prima, domenica 27 agosto 1972, sul campo neutro del “Giuseppe Moccagatta” di Alessandria in Coppa Italia nel 3-1 ai lariani (i rossoblù avevano il campo squalificato, perché un loro tifoso nell’incontro perso 0-2 con la Lazio domenica 11 giugno 1972 aveva varcato la recinzione, entrando sul terreno di gioco a dieci minuti dal termine per insultare Giuseppe Papadopulo, appena espulso – e poi sanzionato dal giudice sportivo con cinque giornate di squalifica – per aver rifilato sotto ai Distinti a Corradi una violentissima gomitata che aveva costretto l’attaccante rossoblù ad abbandonare con il viso insanguinato l’incontro e a ricevere quattro punti di sutura allo zigomo sinistro), l’ultima, domenica 17 giugno 1973, di fronte a circa cinquantacinquemila spettatori festanti al “Luigi Ferraris”, per la promozione «matematicamente» conquistata quattordici giorni prima (grazie a un calcio di rigore trasformato da Corradi) con il pareggio per 1-1 a Monza. Avvalendosi della collaborazione del giovane centravanti Antonio «Tony» Bordon, autore di tredici reti in Campionato, Corradi, andato a segno in Coppa Italia anche a Catanzaro nella partita persa 1-2 domenica 10 settembre 1972, realizzò quattordici reti, una in meno del capocannoniere Fabio Enzo del Novara. Oltre alle due già ricordate, che furono inframmezzate domenica 10 giugno 1973 da una nel 2-1 a Catania, segnò una rete nella vittoria per 2-1 a Foggia di domenica 8 ottobre 1972, due nel 3-0 interno al Brescia di domenica 22 ottobre 1972, tre, di cui due su calci di rigore, nel «tennistico» 6-1 casalingo all’Ascoli di domenica 13 novembre 1972, le segnature dei definitivi 1-1 in trasferta e 3-1 in casa contro la Reggiana e il Foggia nelle domeniche 18 e 25 febbraio 1973, la rete – all’ultimo minuto – della vittoria per 2-1 in casa contro la Reggina di domenica 4 marzo 1973, la rete dell’ex al Varese, sconfitto 3-2 a Genova domenica 6 maggio 1973 e tre domeniche dopo quella dell’1-0 casalingo al Bari, che pose fine alla mini-crisi creatasi dopo le sconfitte per 0-1 a Catanzaro e in casa con il Brindisi.

Finalmente a ventinove anni Corradi poteva disputare il primo massimo campionato da titolare! In una stagione agonistica assolutamente negativa, chiusasi con sei sconfitte consecutive, Corradi ebbe il merito di segnare le prime due reti dei rossoblù (quella del pareggio per 1-1 con un colpo di testa a sette minuti dalla fine sul campo di un’altra sua ex squadra, il LaneRossi Vicenza, in cui quel giorno fece il suo esordio in Serie A una futura «bandiera» del Genoa, Fabrizio Gorin II, domenica 28 ottobre 1973 e – con un destro da distanza ravvicinata – del provvisorio vantaggio nell’incontro casalingo vinto 2-1 con la Roma sette giorni dopo) e, sempre nel girone d’andata, al “Luigi Ferraris” quella del definitivo 1-1 contro il Bologna domenica 23 dicembre 1973 (tiro di destro al volo da distanza ravvicinata su azione da calcio d’angolo) e quella del provvisorio 1-1 (calcio di rigore tirato alto e centrale, con pallone toccato, ma non respinto con la mano sinistra «di richiamo» da Felice Pulici, tuffatosi alla sua destra) nella partita persa 1-2 contro i futuri campioni d’Italia della Lazio nella domenica dell’Epifania 1974. Nel girone di ritorno ci fu solamente una sua rete-fantasma per i motivi che verranno spiegati (chi scrive questo articolo, anche in considerazione del fatto che ancora adesso, in un periodo in cui si tende a premiare nell’attribuzione delle reti più l’attaccante che penalizzare il giocatore della squadra difendente che ha toccato il pallone per ultimo, quando un portiere si trascina il pallone oltre la linea di porta dopo averlo bloccato, si tende a considerare la segnatura un’autorete, propende per quest’ultima). Domenica 7 aprile 1974, dopo aver scontato due turni di squalifica per aver rifilato a gioco fermo un calcio all’esordiente Enrico «il Netzer di Quezzi» Nicolini, reo di un brutto fallo ai danni di Bittolo, due domeniche prima nel derby pareggiato in extremis dai blucerchiati, padroni di casa, per 1-1, Corradi su traversone di Giorgio «Custer» Garbarini anticipò con la nuca il portiere del Foggia, Raffaele Trentini, che corse verso la propria porta, riuscendo, nonostante una carica di Roberto «o’Rei di Crocefieschi» Pruzzo, a bloccare il pallone e poi – molto probabilmente – tuffandosi a terra a non fargli interamente varcare la linea di porta (la moviola dell’epoca non fu in grado, come farebbe, invece, l’attuale Goal Line Technology, di esprimere un giudizio dirimente). Il guardalinee Grava di Ivrea si assunse la responsabilità di segnalare all’arbitro Antonio Trono che il pallone aveva superato la linea di porta e così venne convalidato tra le veementi proteste degli ospiti la rete che decise l’incontro a favore del Genoa per 2-1. I giornali non assegnarono, a differenza di quanto avrebbe fatto l’“Almanacco Illustrato del Calcio”, la rete a Corradi, il quale, intervistato negli spogliatoi da Manlio Fantini di “La Gazzetta dello Sport”, dichiarò: “Non so cosa devo fare, io, per avere fortuna. Due gol me li hanno annullati, quest’anno, contro ogni evidenza di regolarità. Oggi arrivo sul pallone dopo il corner di [Mario] Corso e lo faccio rimbalzare sul petto di [Mauro] Colla: da lì va dentro. Poi colpisco giusto e in porta ce lo mette Trentini. Non potevano, dico io, essere due gol di Corradi?”.

Ritornato in Serie B, Corradi mantenne il posto di titolare, facendo coppia in attacco con l’emergente  Pruzzo, che all’inizio del Campionato aveva diciannove anni e mezzo. Corradi giocò in venti delle prime ventitré partite di Campionato, siglando le reti sblocca-risultato nelle vittorie per 2-1 in trasferta sul Brindisi di domenica 13 ottobre 1974, per 1-0 in casa sul Como di domenica 17 novembre 1974 e per 1-0 in trasferta sulla Reggiana di domenica 19 gennaio 1975, dopodiché nelle ultime quindici giornate di Campionato venne schierato solamente – per tutto l’incontro – nel pareggio casalingo «a reti bianche» contro il Foggia di domenica 20 aprile 1975.

Era chiaro a quel punto che le condizioni fisiche di Corradi non permettevano più di puntare su di lui nell’undici titolare di una squadra che voleva, come sarebbe riuscita a fare, nel successivo Campionato conquistare la Serie A. Venne così acquistato dal Parma il «bomber di categoria» Fabio Bonci jr. per affiancare Pruzzo e considerata «punta di scorta» Paolo Mariani, cui Corradi diede il cambio, quando venne schierato in sostituzione di Pruzzo in due partite al “Luigi Ferraris” – il successo per 4-0 sulla Sambenedettese di domenica 30 novembre 1975 e il pareggio per 2-2 contro il LaneRossi Vicenza di domenica 11 aprile 1976 – vincendo così con poco meno di un’ora sul terreno di gioco alla vittoria il sesto campionato della sua carriera (quello di Serie A con il Bologna, quello di Serie C con il Cesena, quello di Serie B con il Varese, quello di Serie C e i due di Serie B con il Genoa).

Nel corso della stagione agonistica 1976/1977 Corradi passò allo Juniorcasale in Serie C, per il quale, in quell’ultimo «step» della sua carriera, mise a segno due reti in diciassette incontri.

Dopo aver «appeso le scarpette al chiodo» Corradi ha intrapreso con ottimi risultati la carriera di allenatore nel settore giovanile del Genoa, trasmettendo a centinaia di ragazzi fondamentali conoscenze tecnico-tattiche e l’amore per la maglia del Genoa e l’orgoglio di indossarla.

Alla famiglia Corradi vadano le più sentite condoglianze della Fondazione Genoa 1893.

 

Stefano Massa

(membro del Comitato Storico Scientifico della Fondazione Genoa 1893)