Addio a Enzo Ferrari, il «bomber» rossoblù nel campionato in cui il Genoa ha giocato il maggior numero di partite - Fondazione Genoa 1893

Addio a Enzo Ferrari, il «bomber» rossoblù nel campionato in cui il Genoa ha giocato il maggior numero di partite

Addio a Enzo Ferrari, il «bomber» rossoblù nel campionato in cui il Genoa ha giocato il maggior numero di partite

Domenica 11 maggio 2025 è deceduto a Udine, all’età di ottantadue anni, l’ex calciatore del Genoa nella stagione agonistica 1967/1968, Enzo Ferrari, che era nato a San Donà di Piave (VE), mercoledì 21 ottobre 1942. In questo articolo ci si occuperà solamente della sua militanza genoana. Il Campionato di Serie B 1967/1968 aveva ventuno partecipanti e ciascuna di esse riposava per due turni (uno all’andata e uno al ritorno) e doveva disputare quaranta incontri. In considerazione del fatto che il Genoa per evitare la retrocessione dovette fare due «tornate» di spareggi per la salvezza con Lecco, Perugia, Venezia e Messina (l’unica a retrocedere dopo la prima, avendo perso tutti e quattro gli incontri, mentre le altre squadre avevano totalizzato 5 punti), si giocarono poi altri sette incontri (al termine degli ultimi tre, «spalmati» su quattro giorni – da mercoledì 17 a domenica 21 luglio 1968 –, retrocesse la compagine lagunare), quello è stato il Campionato con il maggior numero di incontri disputati dal Genoa, che nella stessa categoria, trentasei anni dopo ne avrebbe giocato uno in meno – cioè quarantasei –, ma tutti nella «regular season».

Ferrari, giunto dall’Arezzo e poi ceduto a luglio del 1968 al Palermo, neopromosso in Serie A, disputò con la maglia n. 11 trentasette dei quaranta incontri di Campionato e sei dei sette degli spareggi, segnando rispettivamente tredici e due reti (curiosamente realizzate – la prima in contropiede e la seconda su calcio di rigore – negli ultimi due minuti della partita vinta per 3-0 contro il Messina allo stadio “Flaminio” di Roma domenica 7 luglio 1968). Oltre alle quarantatré presenze in Campionato va ricordata quella del suo esordio a livello ufficiale con il Genoa nella partita di Coppa Italia persa 0-1 in casa del Bari domenica 3 settembre 1967.

In campionato la forte ala sinistra «razza Piave» ebbe il «battesimo del goal» con la maglia del Genoa con una delle sue classiche «bordate» (al 17’ del primo tempo) domenica 24 settembre 1967 nella partita poi persa 1-2 all’ultimo minuto in casa del Catanzaro. Sette giorni dopo arrivò la sua prima «doppietta» nel «roboante» 4-0 casalingo alla Lazio: calcio di punizione «al fulmicotone» da diciannove metri, con pallone che per la violenza con cui era stato scagliato piegò le mani all’estremo difensore capitolino Idilio Cei e raddoppio al 25’ della ripresa a coronare una bella «ripartenza» rossoblù. Dopo un’«astinenza» realizzativa durata quasi due mesi Ferrari segnò al “Luigi Ferraris” nella ripresa entrambe le reti (al 19’ con un tiro «alla Mortensen», ancorché da sinistra, su lancio «in profondità» dell’argentino Marcos Alberto «Chico» Locatelli e al 31’ su calcio di punizione «a due» toccatogli dal «regista» sudamericano) del successo «con il più classico dei risultati» sul Bari di domenica 29 ottobre e realizzò la rete del vantaggio al 1’ della ripresa con un tiro al volo su calcio d’angolo battuto da Bruno Petroni nell’incontro pareggiato 1-1 a Monza domenica 5 novembre, che ebbe una successione di reti ripetuta (rossoblù in vantaggio e poi raggiunti sul definitivo 1-1) in quelli in casa contro il Foggia di domenica 3 dicembre e a Catania di domenica 7 gennaio 1968, nei quali segnò nei primi tempi al 7’ (gran tiro di sinistro al volo da tre metri su traversone dalla destra di Francesco «Ciccillo» Gallina) e al 37’ («rigore in movimento» su passaggio di Carlo «Carletto» Petrini) del primo tempo. Dopo aver segnato, sfruttando un lancio «in profondità» di Riccardo «Ricky» Mascheroni III jr., al 13’ primo tempo la seconda rete rossoblù nel successo casalingo per 3-1 sull’Hellas Verona di domenica 14 gennaio, quattordici giorni dopo realizzò nell’ultima partita del girone d’andata a Messina nella partita pareggiata 1-1 la sua decima rete in rossoblù, quella del provvisorio vantaggio degli ospiti al 9’ della ripresa con un fortissimo diagonale dal basso verso l’alto di sinistro dalla sinistra.

Sicuramente meno esaltante fu il suo girone di ritorno, in cui realizzò con un colpo di testa su traversone dalla destra di Renato Caocci la rete della vittoria a venti minuti dalla fine nell’incontro interno con la Reggina di domenica 3 marzo, quella «della sicurezza» (tocco da pochi passi dopo che sul pallone impennatosi il portiere brianzolo Santino Ciceri aveva perso il controllo del pallone perché colpito da una scriteriata «sforbiciata» volante del suo compagno di squadra Riccardo Riccardi) dopo una novantina di secondi della ripresa al “Luigi Ferraris” nella partita vinta 2-0 contro il Monza domenica 31 marzo e sette giorni dopo la «centrale» (gran tiro di destro su passaggio di Mascheroni III jr. al 28’ della ripresa) nella «rotonda» vittoria (3-0) genoana a Livorno, in cui alla mezz’ora del primo tempo il risultato era stato sbloccato da un suo tiro deviato dal «libero» amaranto Claudio Azzali II, nell’estremo tentativo di respingere il pallone che stava entrando in porta, sugli sviluppi di un potente calcio di punizione di Petrini respinto dal portiere labronico Renato Belinelli (quello della non uniformità nell’attribuzione ufficiale delle reti è uno dei problemi che si presentano a chi si occupa di stilare classifiche dei marcatori «all times» di una squadra; oggi la «paternità» della segnatura verrebbe assegnata a Ferrari).

Alla famiglia Ferrari vadano le più sentite condoglianze della Fondazione Genoa 1893.

 

Stefano Massa

(membro del Comitato Storico Scientifico della Fondazione Genoa 1893)