A dieci giorni dal compimento degli 85 anni è deceduto Gian Carlo «Barone» Bagnasco, che era nato a Stazzano, nell’Alessandrino, domenica 11 febbraio 1940 e aveva militato inizialmente nella Serravallese e nel Pontedecimo per poi passare al Genoa, con la cui prima squadra esordì nell’estate del 1961 e restò fino alla primavera del 1965. Dopo le quattro stagioni agonistiche nel Genoa, con cui disputò novantaquattro incontri ufficiali, realizzando tre reti e conquistando una promozione in Serie A, le edizioni del 1962 e del 1964 della Coppa delle Alpi e quella del 1963 della Coppa dell’Amicizia Italo-Francese venne ceduto a un’altra formazione retrocessa in Serie B al termine del Campionato 1964/1965, il Messina, con cui giocò fino alla retrocessione in Serie C dopo la prima serie degli spareggi nell’estate del 1967/1968 (la formazione peloritana aveva perso tutti e quattro gli incontri, mentre ciascuna delle altre quattro squadre – Genoa, Lecco, Perugia e Venezia – aveva ottenuto nelle partite disputate contro le altre tre avversarie una vittoria, un pareggio e una sconfitta, sicché tutte furono «condannate» a disputare tra mercoledì 17 e domenica 21 luglio un altro girone «all’italiana», la classifica finale del quale sancì la retrocessione della compagine lagunare), per poi passare per un anno tra i semiprofessionisti all’Alessandria in Serie C e dopo militare in varie formazioni dilettantistiche (Borgosesia, Novese, Arquatese, Libarna, Vignolese e Borgolavezzaro).
In un calcio che non contemplava sostituzioni Bagnasco fece il suo esordio nel Genoa che dominò il campionato «cadetto» 1961/1962, disputando due terzi delle partite (venticinque su trentotto), sempre da terzino destro, con un «filotto» di ventiquattro consecutive (dall’esordio alla terza giornata con la vittoria a Bari per 1-0 di domenica 17 settembre 1961 alla vittoria casalinga con lo stesso risultato contro l’Alessandria di domenica 11 marzo 1962), a cui si aggiunse quella nella sconfitta esterna per 1-2 contro la Sambenedettese di domenica 20 maggio 1962. Domenica 17 dicembre 1961 segnò al “Luigi Ferraris” con un forte tiro alla mezz’ora del primo tempo la rete – l’unica a livello di Campionato tra i professionisti – del provvisorio vantaggio del Genoa nella partita pareggiata 1-1 contro il Catanzaro.
Nel primo Campionato di Serie A della sua carriera fu schierato solamente in quattro occasioni, curiosamente sempre in trasferta, raccogliendo solamente un pareggio per 1-1 all’esordio sul campo del forte Bologna nell’incontro di lunedì 14 gennaio 1963, recupero di quello rinviato per neve il giorno precedente, e, dopo due sconfitte «con il più classico dei risultati» a Torino contro bianconeri e granata, uscì battuto 0-1 all’“Olimpico” contro la compagine giallorossa (squadra a cui aveva segnato in Coppa Italia nell’altro stadio cittadino, il “Flaminio” mercoledì 5 dicembre 1962 a due minuti dal termine la rete del definitivo 5-2 in favore del Genoa, scartando, dopo aver ricevuto un passaggio precisissimo da Luigi «Luigino» Meroni II, il portiere dei padroni di casa Fabio «Ragno nero» Cudicini jr. – deceduto lo scorso 8 gennaio – per poi indirizzare il pallone nella porta «incustodita») quando con evidenti compiti «di copertura» indossò la maglia numero 11 anziché quella con il «tradizionale» 2. Dopo la soffertissima salvezza con «sorpasso» all’ultima giornata a spese del Napoli, nella tarda primavera giocò tutti e quattro gli incontri di Coppa dell’Amicizia Italo-Francese, sorprendentemente vinta dal Genoa, «corsaro» a “San Siro” con un 2-1 in rimonta nella ripresa «firmato» al 23’ e al 35’ da una «doppietta» di Stefano Dal Monte contro il Milan «fresco» vincitore della Coppa dei Campioni: Bagnasco aveva segnato al 6’ della ripresa con un forte tiro al volo, su perfetto «assist» di Meroni II, la rete del definitivo 3-0 nel ritorno dei Quarti di Finale contro lo Stade Rennais, disputatosi a Genova sabato 8 giugno 1963, otto giorni prima della soprammenzionata Finalissima.
La stagione agonistica migliore fu senz’altro quella successiva, in cui dal nuovo tecnico argentino Benjamin César Santos (poi deceduto in un tragico incidente automobilistico mentre si trovava in vacanza in Spagna lunedì 20 luglio 1964) non venne schierato solamente in cinque dei trentaquattro incontri di Campionato, chiuso dal Genoa all’ottavo posto in coabitazione con Lazio, Catania e Atalanta (ciascuna delle tre con una peggior differenza reti rispetto alla compagine rossoblù) e durante l’estate si tolse la soddisfazione di vincere la Coppa delle Alpi (che a differenza di quella di due anni prima, aperta a squadre militanti nella serie «cadetta» dei campionati italiano, francese e svizzero, metteva a confronto squadre della massima serie dei campionati italiano ed elvetico) sconfiggendo mercoledì 1° luglio 1964 per 2-0 il Catania al “Wankdorfstadion” di Berna grazie a una «doppietta» di Giampaolo Piaceri al 5’ e al 36’ della ripresa.
Nel suo quarto e ultimo campionato con la maglia del Genoa Bagnasco venne schierato sempre dal tecnico brasiliano Paulo Amaral Lima, che utilizzava in maniera assolutamente innovativa per il calcio italiano la «zona», affidandogli, a dispetto del numero 4 sulle spalle, il ruolo di esterno destro «basso». Dopo il licenziamento al termine dell’VIII giornata del tecnico «carioca», i due successivi allenatori lo impiegarono sporadicamente: in cinque partite su diciotto Roberto «Roby» Lerici e in due su otto il suo ex compagno di reparto difensivo Livio Fongaro. Bagnasco, che indossò per l’ultima volta la maglia del Genoa alla terzultima giornata del Campionato 1964/1965, all’“Amsicora” di Cagliari, marcando domenica 23 maggio 1965 la ventenne ala sinistra Luigi «Gigi» Riva, autore della rete del pareggio al 34’ del primo tempo, ventidue minuti dopo quella del centravanti tedesco occidentale Rudolf Kölbl, in un incontro diretto in maniera «casalinga» dal «Principe del fischietto» Concetto Lo Bello sr. di Siracusa e vinto per 2-1 dagli isolani grazie a un calcio di rigore trasformato da Francesco «Franco» Rizzo al 13’ della ripresa, è entrato nell’«immaginario collettivo» dei tifosi genoani per aver difeso, dopo che il signor Gastone Roversi di Bologna aveva espulso il portiere Mario Da Pozzo per un pugno dato alla schiena di Dante Micheli, il quale aveva simulato di averlo preso sullo stomaco, mantenendola inviolata (in particolare, si fece notare per una respinta di pugno, ovviamente non impeccabile dal punto di vista stilistico, al 43’ su forte tiro di Romano Micelli con successivo «tap-in» indirizzato sul fondo da Roberto Oltramari), per venticinque minuti la porta del Genoa sottostante la Gradinata Nord nell’incontro casalingo di domenica 28 febbraio 1965 con il Foggia & Incedit, vinto 1-0 grazie a un beffardo tiro-«cross» dalla «tre quarti» di destra di Elio Vanara dopo quarantacinque secondi di gioco, che aveva mandato il pallone nell’angolino alto destro della porta difesa da Giuseppe Moschioni (rete dalla dinamica simile a quella del definitivo 1-1 del brasiliano Francelino da Silva Matuzalém nel «derby» di domenica 14 aprile 2013), il quale nell’infruttuoso tentativo di intercettarlo si era schiantato contro il palo, all’epoca a base quadrata. La fotografia pubblicata, che lo ritrae al termine dell’incontro, con la maglia da portiere indossata nell’occasione, portato in trionfo da Franco «il Tigre di Ronco» Rivara e Glauco «Nino» Gilardoni, resterà per sempre nell’iconografia genoana!
Alla famiglia Bagnasco vadano le più sentite condoglianze della Fondazione Genoa 1893.
Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico della Fondazione Genoa 1893)