A Napoli, dove era nato il giorno di Capodanno del 1945, è morto lunedì 5 luglio 2021 all’età di settantasei anni Francesco «Ciccillo» Gallina, il quale, dopo aver militato nella formazione giovanile rossoblù nel 1963/1964, avendo modo di ispirarsi al cristallino talento calcistico (in particolare, per il piacere di dribblare gli avversari) di Luigi «Gigi» Meroni, nonché alla sua eccentricità nello stile di vita (il Museo del LaneRossi Vicenza on line ricorda che il piccolo attaccante partenopeo – 166 cm. x 63 kg. –, quando giocava tra le fila dei biancorossi, si faceva notare per un’automobile rosa e nera che guidava e per le giacche colorate e per gli sgargianti foulards che indossava), giocò, dopo «essersi andato a fare le ossa» in Serie C prima nell’Entella Chiavari e poi nel Cesena, nella prima squadra del Genoa nel 1966/1967 e nel 1967/1968, totalizzando quarantadue presenze e quattro reti in due campionati di Serie B. Quattro giorni dopo che il Genoa aveva conquistato domenica 21 luglio 1968 – dopo due tornate di spareggi per un complesso di sette incontri – la permanenza in Serie B, Gallina, dopo essere stato vicinissimo al passaggio alla Sampdoria (“La Gazzetta dello Sport” lo inserì dal 1° al 25 luglio nella casella degli acquisti portati a termine dal sodalizio blucerchiato, specificando in un articolo di Aldo Repetto pubblicato sabato 13 luglio che era arrivato in prestito), venne ceduto in comproprietà al LaneRossi Vicenza in cambio dei cartellini del pari ruolo Giuseppe Cosma (il quale non ne volle sapere di giocare nella serie cadetta e venne «girato» al Pisa, neopromosso in Serie A) e del portiere William «Carburo» Negri. Dopo quel suo unico Campionato di Serie A (in cui segnò una rete – la sua unica in trasferta nella massima serie – al Milan nella sua partita d’esordio e in quella finale all’Hellas Verona, inframmezzate nelle altre dieci presenze da una al Napoli ed una alla Roma), dopo che il sodalizio berico aveva riscattato nell’estate l’altra metà del cartellino dal Genoa, venne ceduto, essendo stato uno dei principali contestatori dell’inadeguatezza della ricezione alberghiera nel ritiro precampionato di Cavareno, per 30.000.000 di lire all’Internapoli, la seconda squadra della sua città natale, militante in Serie C, che aveva una buona disponibilità economica, avendo appena venduto alla Lazio l’italo-inglese Giuseppe «Pino» Wilson e Giorgio «Long John» Chinaglia. Dopo un solo anno e mezzo trascorso nel sodalizio biancoazzurro del Vomero il ventiseienne Gallina decise di varcare l’Oceano Atlantico per trascorrere la seconda parte della carriera tra Canada (in tre squadre di Montréal, l’Olympique, il Cantalia e i Castors – in cui si concluse la sua esperienza di calciatore, mentre la città si apprestava ad ospitare i Giuochi Olimpici –, e una – in cui ebbe la funzione anche di allenatore – di Toronto, il Toronto Italia) e Messico (giocò nel 1971/1972 e nel 1972/1973 nei blugranata dell’Atlante di Città del Messico).
Nel primo dei due campionati disputati nel Genoa Gallina (da titolare, con venticinque presenze) si adattò a giocare sulla fascia sinistra, lasciando spazio sull’altra a Giuliano Taccola (infatti, venne schierato solamente quattro volte a destra, quando era assente il suo ex compagno di squadra a Chiavari). Dopo la cessione alla Roma di Taccola, che sarebbe deceduto venticinquenne a Cagliari dopo un malore negli spogliatoi dell’“Amsicora” domenica 16 marzo 1969 al termine di una partita da lui seguita per le precarie condizioni di salute dalla tribuna, Gallina disputò sedici partite da ala destra ed una sola da ala sinistra nel campionato successivo, in cui non venne più schierato dopo l’espulsione per fallo di reazione sul suo marcatore Giuseppe Unere all’ultimo minuto del primo tempo di Genoa-Catania 0-1 di domenica 2 giugno 1968. Tra le fila del Genoa Gallina nel primo campionato segnò tre reti (tutte al “Luigi Ferraris”) e nel secondo una (all’“Alfredo Viviani” di Potenza), tutte accomunate dall’essere state realizzate nell’ultimo quarto d’ora e di non essere state seguite da altre negli incontri in cui l’estroso attaccante partenopeo fu tra i marcatori: domenica 21 ottobre 1966 diede a nove minuti dalla fine il pareggio (1-1) contro la Reggina (autentica «rete-fantasma», di quelle che solamente l’introduzione della «goal line technology» ha permesso di stabilire se effettivamente segnate o no: pallone sfuggito al portiere degli amaranto Luigi «Gigetto» Ferrari su un gran tiro di destro dal vertice dell’area di rigore, che picchiò prima sulla faccia interna della traversa, poi su un palo – all’epoca sia l’uno che l’altro ancora a base quadrata – e a terra e infine venne «smanacciato» sul fondo); domenica 18 dicembre 1966 quella della sicurezza (2-0) contro il Varese a dieci minuti dal termine («tap-in» vincente su «sventola» di Carlo «Carletto» Petrini non trattenuta da Mario Da Pozzo); domenica 26 febbraio 1967 quella della vittoria (1-0) contro il Modena a tredici minuti dalla fine (tiro di sinistro su punizione «a due»… diventata «a tre», stanti i precedenti tocchi di Bruno «Pedro» Petroni e dell’argentino Marcos Alberto «Chico» Locatelli); domenica 24 dicembre 1967 quella della sicurezza (2-0) contro il Potenza a tredici minuti dal termine (colpo di testa su traversone di Enzo Ferrari).
Alla famiglia Gallina vadano le più sentite condoglianze della Fondazione Genoa 1893.
Stefano Massa