Addio a Roberto Derlin, «una vita da mediano» con il Genoa in tre categorie diverse - Fondazione Genoa 1893

Addio a Roberto Derlin, «una vita da mediano» con il Genoa in tre categorie diverse

Addio a Roberto Derlin, «una vita da mediano» con il Genoa in tre categorie diverse

Sabato 5 giugno 2021 è deceduto a quasi settantanove anni di età (era nato a La Spezia venerdì 17
luglio 1942) Roberto «Roby» Derlin, centrocampista del Genoa per sette stagioni agonistiche (le prime
tre dal 1966/1967 al 1968/1969 in Serie B, poi, dopo un anno, con la formula della comproprietà, nella
massima serie con il LaneRossi Vicenza, altre quattro, di cui la prima, durante la quale gli venne affidata
la fascia di capitano, nel 1970/1971, in Serie C e l’ultima, nel 1973/1974, in Serie A, inframmezzate da
due nella cadetteria e tutte accomunate dall’aver avuto sempre per allenatore Arturo «Sandokan»
Silvestri) per un totale di 34 presenze ed una rete in Serie C, 127 presenze e due reti in Serie B, 19
presenze ed una rete in Serie A e 9 presenze e nessuna rete in Coppa Italia.
Se i calciatori che hanno indossato la maglia del Genoa in tre diverse categorie sono dodici (i portieri
Antonio «Tony» Lonardi ed Alessio «Gatto» Scarpi, i difensori Sergio «Rosso» Rossetti e Franco «il
Facchetti di Voltri» Ferrari, il «jolly» Marco Rossi, i centrocampisti Derlin, Giorgio «Franco» Bittolo,
Claudio Maselli, Bruno Piccioni e Manuel «Piranha» Coppola, l’ala «tornante» Attilio Perotti sr., e
l’attaccante Sidio «il Best rossoblù» Corradi) solamente Derlin (le sue quattro reti sono state realizzate
tutte al “Luigi Ferraris”), Maselli, Corradi e Rossi hanno segnato in tutte e tre le categorie.
La prima rete fu segnata al 4’ della ripresa al Mantova domenica 5 gennaio 1969 con un colpo di testa
sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Giordano Colausig e precedentemente deviato di testa
da un «grappolo» di giocatori in mezzo all’area di rigore virgiliana e fissò il risultato sul definitivo 2-0.
La seconda, segnata allo stesso minuto ancora con un colpo di testa, approfittando, sugli sviluppi di un
calcio di punizione battuto dalla sinistra, di un traversone di Ferrari vicino al vertice destro dell’area di
porta non intercettato dal portiere Franco Ciccarelli, permise al Genoa, andato domenica 27 settembre
1970 sorprendentemente in svantaggio al riposo nel suo secondo incontro casalingo e terzo assoluto di
Serie C, di concludere in parità per 1-1 la partita con l’Imola, che aveva sbloccato il risultato con
Giampiero Rubinato dopo undici minuti di gioco. Tornato in Serie B dopo un solo anno, il Genoa
realizzò la prima segnatura di quel suo undicesimo campionato cadetto con una rete del centrocampista
spezzino, abile a calciare al volo dal limite dell’area di rigore su una respinta del pallone crossato da
Corradi e colpito di testa dal centravanti rossoblù Sergio Cini effettuata dal portiere del Cesena Antonio
Annibale e a mettere il pallone alle sue spalle dopo trentasei minuti di gioco della partita d’esordio
domenica 26 settembre 1971. Meno di due mesi dopo la carriera genoana di Derlin ebbe una svolta in
negativo, avendo lui contratto l’epatite virale: se nelle prime centotrenta partite di Campionato non era
sceso in campo per ventisette volte (già quattro anni prima si erano manifestati problemi al fegato che
gli avevano fatto saltare tutte le diciannove partite del girone di ritorno), nelle successive novantanove
ne giocò solamente trentanove, dieci delle quali da subentrato. Oltre ai suoi problemi fisici
contribuirono alla sua marginalizzazione nelle gerarchie della compagine rossoblù l’«esplosione» di
Maselli come mediano di spinta e la presenza nel centrocampo dal ritorno in Serie B di Luigi «Gigi»
Simoni, che aveva anche assunto il ruolo di capitano. Comunque, dopo i campionati 1963/1964 e
1964/1965 a Messina e 1969/1970 a Vicenza (disputati tutti e tre da titolare), Derlin ebbe la possibilità
di giocare nuovamente nel 1973/1974 in Serie A con la maglia del Genoa, che vi faceva ritorno dopo
otto anni di assenza. Domenica 17 marzo si affrontarono al “Luigi Ferraris” la Sampdoria, che era la
squadra che aveva meno punti in classifica (i blucerchiati erano partiti da – 3 per un premio a vincere
dato all’Atalanta nel Campionato precedente, e il Genoa, la compagine che ne aveva raccolti meno di
tutte sul campo (12, uno in più di quelli che figuravano nella classifica dei «cugini»). A partire dal 13’
della ripresa il Genoa si trovò in inferiorità numerica, essendo stato espulso Corradi per un fallo di

reazione, a difesa del compagno di squadra Bittolo, ai danni del poco più che diciottenne esordiente
Enrico «il Netzer di Quezzi» Nicolini. A dieci minuti dalla fine, però, su un traversone dalla destra di
Maselli né deviato in porta dal centravanti genoano Antonio «Tony» Bordon né rinviato dal suo
controllore Nello «Apache» Santin né respinto o intercettato dal portiere sampdoriano Massimo
Cacciatori, Derlin si avventò «bruciando» sullo scatto Roberto Prini e schiacciando di testa il pallone
rimbalzato per terra da quattro metri in porta tra l’entusiasmo della soprastante Gradinata Nord.
Sull’ultima azione dell’incontro i blucerchiati pervennero al pareggio con un’incredibile rete in
semirovesciata di destro da tredici metri di Mario «il Gento di Lodi» Maraschi III, che mandò il pallone
ad infilarsi nell’angolino basso sinistro a pochi centimentri dal palo. Nelle ultime nove partite il Genoa
raccolse grazie alle vittorie esterna (1-0) a Cagliari e casalinga (2-1) contro il Foggia quattro punti,
mentre la Sampdoria ne fece otto, potendo restare in Serie A, perché furono condannati per illecito
sportivo il Foggia e l’Hellas Verona: quindi, è lecito pensare che, senza quella rete subìta in extremis,
che incise pesantemente ai livelli della classifica e del morale, sarebbe stato il Genoa la società a fruire
del «ripescaggio».
Dopo la retrocessione Derlin andò a chiudere la sua valida carriera con un’ultima annata, in cui non
saltò nemmeno un incontro, nella squadra della sua città, dove l’aveva incominciata con due campionati,
sempre di Serie C, nel 1960 prima di passare per una stagione agonistica – in Serie B – al Como e poi
per tre (le prime due nella massima serie e l’ultima in quella cadetta) al Messina.
Alla famiglia Derlin vadano le più sentite condoglianze della Fondazione Genoa 1893.

Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico della Fondazione Genoa 1893)